dal sito tuttobiciweb.it
Inviato: giovedì 30 luglio 2009, 17:50
Fanini: c'è già una nuova epo in gruppo
Nessun positivo (finora) al Tour 2009. Cosa vuol dire? Finalmente il ciclismo ha imboccato la strada giusta per voltare pagina? Difficile pensarlo se solo si considera che gli uomini del plotone e in molti casi anche gli atleti sono gli stessi che solo qualche stagione fa avevano solo una cosa in testa: l’imbroglio e il doping.
Del resto la corsa al doping va avanti freneticamente. Non si fa in tempo a individuare un test per il Cera (vedi i casi Riccò & C, lo scorso anno) che già sembra sia arrivato sul “mercato” un nuovo prodotto. Si chiama “Hematide” e, a quanto mi dice il tam-tam del plotone, sta già circolando in gruppo, specie ad alto livello. Coloro, cioè che riescono a procurarsi questo prodotto ancora in fase sperimentale e non ancora ufficialmente commerciato. E’ un’epo che va oltre il Cera, che, secondo quanto si sa, sarebbe inserita nei prodotti vietati della lista Wada, ma non esiste ancora un test in grado di rilevarla.
Dunque, se vale ancora la regola del passato, tanto cara a certi medici dopatori: “Tutto quello che non si becca, si prende”, è da presumere che anche il Tour non sia sfuggito a questo rischio.
Mi domando e chiedo a chi veramente vuole bene al ciclismo se non sia il caso di rifare anche i test del Giro 2008 e della Vuelta. Almeno per i primi dieci della classifica o almeno per i primi tre. Sono convinto che ci sarebbero dei risultati clamorosi.
In questo quadro non si può non rilevare l’ennesima tragica vicenda, come la morte in corsa del giovane dilettante di appena 23 anni militante nella più forte squadra toscana. Sono nel ciclismo da tutta la vita e per tanti anni l’unico riferimento di una morte in gara per me era il povero Simpson sul mont Venotux. Adesso i morti nel ciclismo si contano a decine solo negli ultimi anni. Sono straconvinto che certa farmacia ha le sue responsabilità in merito. Oppure c’è da concludere che il ciclismo fa male alla salute, se fa morire giovani ventenni che dovrebbero avere un fisico robusto per aver superato tutti i test medici previsti per la pratica agonistica.
Le notizie di questi giorni confermano che la Toscana è terra di grandi campioni ma anche purtroppo la patria dei più grandi maneggioni. Sono sempre più convinto che tutto il ciclismo, dagli esordienti ai professionisti, debba essere fermato almeno per un anno. Va messo tutto sul pulito e ripartire con regole nuove che non guardino in faccia a nessuno e radiare chi viene pescato in frode, altrimenti i morti non si fermeranno qui.
Nessun positivo (finora) al Tour 2009. Cosa vuol dire? Finalmente il ciclismo ha imboccato la strada giusta per voltare pagina? Difficile pensarlo se solo si considera che gli uomini del plotone e in molti casi anche gli atleti sono gli stessi che solo qualche stagione fa avevano solo una cosa in testa: l’imbroglio e il doping.
Del resto la corsa al doping va avanti freneticamente. Non si fa in tempo a individuare un test per il Cera (vedi i casi Riccò & C, lo scorso anno) che già sembra sia arrivato sul “mercato” un nuovo prodotto. Si chiama “Hematide” e, a quanto mi dice il tam-tam del plotone, sta già circolando in gruppo, specie ad alto livello. Coloro, cioè che riescono a procurarsi questo prodotto ancora in fase sperimentale e non ancora ufficialmente commerciato. E’ un’epo che va oltre il Cera, che, secondo quanto si sa, sarebbe inserita nei prodotti vietati della lista Wada, ma non esiste ancora un test in grado di rilevarla.
Dunque, se vale ancora la regola del passato, tanto cara a certi medici dopatori: “Tutto quello che non si becca, si prende”, è da presumere che anche il Tour non sia sfuggito a questo rischio.
Mi domando e chiedo a chi veramente vuole bene al ciclismo se non sia il caso di rifare anche i test del Giro 2008 e della Vuelta. Almeno per i primi dieci della classifica o almeno per i primi tre. Sono convinto che ci sarebbero dei risultati clamorosi.
In questo quadro non si può non rilevare l’ennesima tragica vicenda, come la morte in corsa del giovane dilettante di appena 23 anni militante nella più forte squadra toscana. Sono nel ciclismo da tutta la vita e per tanti anni l’unico riferimento di una morte in gara per me era il povero Simpson sul mont Venotux. Adesso i morti nel ciclismo si contano a decine solo negli ultimi anni. Sono straconvinto che certa farmacia ha le sue responsabilità in merito. Oppure c’è da concludere che il ciclismo fa male alla salute, se fa morire giovani ventenni che dovrebbero avere un fisico robusto per aver superato tutti i test medici previsti per la pratica agonistica.
Le notizie di questi giorni confermano che la Toscana è terra di grandi campioni ma anche purtroppo la patria dei più grandi maneggioni. Sono sempre più convinto che tutto il ciclismo, dagli esordienti ai professionisti, debba essere fermato almeno per un anno. Va messo tutto sul pulito e ripartire con regole nuove che non guardino in faccia a nessuno e radiare chi viene pescato in frode, altrimenti i morti non si fermeranno qui.