La disfatta del gatto
Inviato: domenica 8 gennaio 2012, 17:59
Il Gatto perde le sue 7 vite
In una fredda domenica mattina di gennaio, quando ancora il sole non splende alto nel cielo e i bordi delle strade erano imbiancati dalla brina notturna, i soliti noti (per alcuni ignoti), in sella ai loro destrieri si preparavo a cavalcare le strade del veneto. I cavalli, ancora infreddoliti, partono con un andatura prima lenta, per scaldare i muscoli e, in attesa del sole, galoppano in direzione Vicenza in continui saliscendi che li porteranno allo strappo di Monteviale. è proprio qui che succede la catasfrofe: uno dei cavalli più preziosi, un vero purosangue da alcune migliaia di euro, inizia a rallentare.
I cavalieri si voltano a guardare cosa succede e vedono il Gatto con la lingua fuori. “Avrà sete?” si domandano, continuando allegramente la loro “scalata”. Il Gatto non ritrae la lingua, il suo passo diventa sempre più lento e sembra che neanche se un cane sbucasse fuori all’improvviso dal bordo della strada riuscirebbe a spronarlo per accelerare.
Il Gatto ha un crollo totale, è paonazzo in volto, il suo lento incedere sembra una moviola (come si può notare dalla sequenza fotografica che sembra addirittura un “fermo immagine”)… Il Gatto emette qualche gemito, che più che miagolii paiono dei rantoli.
Nel frattempo, Guido The Viking, gli passa accanto al trotto.
È fresco più che mai, la sua andatura, che pare quella di un passista, lo rende addirittura più snello. Sembra volare in sella al suo leggiadro destriero e giunge in cima, voltandosi indietro a osservare il Gatto....
.... la cui ultima vita, la settima, è ormai appesa a un filo. Guido the Viking sorride, alza le braccia al cielo e, urlando di gioia il suo sguardo sembra voler invitare l’amico distrutto a tavola, ma alla fine, esultando afferma: “Non c’è trippa per Gatto”
In una fredda domenica mattina di gennaio, quando ancora il sole non splende alto nel cielo e i bordi delle strade erano imbiancati dalla brina notturna, i soliti noti (per alcuni ignoti), in sella ai loro destrieri si preparavo a cavalcare le strade del veneto. I cavalli, ancora infreddoliti, partono con un andatura prima lenta, per scaldare i muscoli e, in attesa del sole, galoppano in direzione Vicenza in continui saliscendi che li porteranno allo strappo di Monteviale. è proprio qui che succede la catasfrofe: uno dei cavalli più preziosi, un vero purosangue da alcune migliaia di euro, inizia a rallentare.
I cavalieri si voltano a guardare cosa succede e vedono il Gatto con la lingua fuori. “Avrà sete?” si domandano, continuando allegramente la loro “scalata”. Il Gatto non ritrae la lingua, il suo passo diventa sempre più lento e sembra che neanche se un cane sbucasse fuori all’improvviso dal bordo della strada riuscirebbe a spronarlo per accelerare.
Il Gatto ha un crollo totale, è paonazzo in volto, il suo lento incedere sembra una moviola (come si può notare dalla sequenza fotografica che sembra addirittura un “fermo immagine”)… Il Gatto emette qualche gemito, che più che miagolii paiono dei rantoli.
Nel frattempo, Guido The Viking, gli passa accanto al trotto.
È fresco più che mai, la sua andatura, che pare quella di un passista, lo rende addirittura più snello. Sembra volare in sella al suo leggiadro destriero e giunge in cima, voltandosi indietro a osservare il Gatto....
.... la cui ultima vita, la settima, è ormai appesa a un filo. Guido the Viking sorride, alza le braccia al cielo e, urlando di gioia il suo sguardo sembra voler invitare l’amico distrutto a tavola, ma alla fine, esultando afferma: “Non c’è trippa per Gatto”