Amici scalatori, ciao!
Orario nuovo questa domenica, quindi nuova scorribanda alpina.
Sono da poco le 05.00 quando mi presento alla porta del solito collega: il Franco
…le solite attenzioni a non svegliare la famiglia dormiente e il caffè già emana
il suo aroma.
Ad evitare che i profumi salgano alla camporella di sopra in fretta raffreddiamo
con abbondante brandy.
Sottostante vi è la cartina spianata: illustra il comprensorio del Grappa
Di comune accordo optiamo per il sentiero che da B.v.del Covolo sale in cima Grappa!
Lasciata la vecchia (romagna) sul tavolo e la giovane sul letto, arraffiamo gli zaini
e scappiamo alla chetichella lasciando le stoviglie sporche disseminate in cucina.
Il viaggio non dura molto; a Romano infatti veniamo attratti da un bagliore inconsueto:
c’è un bar aperto e con anche una graziosa oste rossa … tappa forzata per un’altro caffè!
L’unico avventore del bar è una specie di orso greezly di 150 kg con tanto di quel
pelo in testa che si vedevano a malapena gli occhi e un grosso naso rosso.
Altra caratteristica peculiare: na ciaccola infinita … (peso del Gatto)
Incomincia a raccontarci di vita vissuta: dal suo nonno campato 100 anni, al su babbo
di 95, alle sue imprese di bracconaggio e via via senza lasciarci neanche il modo di
replicare. Guardo alle sue spalle e noto la barista con due dita in gola e un’espressione
di quelle che la dicono lunga su come a volte si fa presto a sentirsi maschi … basta farsi
due palle così ogni mattina all’alba…
Eravamo incappati in un bel personaggio “pesante”.
Ad un certo punto la ragazza ad alta voce butta la un “potreste portarvelo via con voi!” …
Visto che l’uomo si alza dallo scagno, io e il Franco ringraziamo e cerchiamo di defilarsi
continuando ad annuire fin dentro in macchina con il predicatore che ci insegue fino in strada
0-100 in 10 secondi e via fino a Crespano. E’ d’obbligo un’altra tappa perché è in atto
un rosso spettacolo della natura:
Ammiriamo e risaliamo in auto.
Sono le 06.30; parcheggiamo al santuario, indossiamo i fidi scarponi e via
per il 106 (direttissimo), sentiero che “tira” perbene e si inerpica per un ripido bosco.
Sin da subito ci fa compagnia Boby, un rosso montanaro a 4 zampe che non trasuda la
minima fatica.
A metà bosco il fatto! Sto in seconda posizione quando sento un frastuono di quelli già uditi.
“UNA FRANA!!!”
Alzo lo sguardo verso il rumore e resto impietrito: mi sta rovinando addosso un grossa
rossa bestiaccia cornuta. Mi atterra a meno di 2 metri e rispicca il volo saltando d’un balzo
la vallata sottostante …era un demonio inferocito, scendeva il bosco come una furia cieca.
Un Diaboliko discesista
All’apparenza pareva uno stambecco ma sicuramente si trattava di un bel esemplare di
“cavron selvadego”. Il nostro amico Boby si era allontanato da un po’ e avendo probabilmente qualche antenato cacciatore, ha seguito il suo istinto e ci ha mandato la belva.
Partendo la mattina presto è più facile incontrare qualche indigeno a 4 zampe e a noi è capitato
ogni domenica: camosci, caprioli, galli forcelli, marmotte e altri.
Ancora qualche passo e ci ritroviamo alla meta: neanche 2 ore e siamo al rifugio Bassano
nell’apposita saletta bivacco.Di fuori ci attende il Boby: se ne sta sdraiato da chissà quanto
tempo; sembra sfotterci con quel fare altezzoso e quell’avana in bocca …o forse è un bastoncino.
Ci cambiamo e nel frattempo arriva un altro scalatore, della
specie meccanizzata. Appoggia la sua “Scapin” ed entra a cambiarsi pure lui. Dev’essere
partito di buonora per fare il Grappa alle 08.30
Confesso di sentire un po’ di nostalgia del mezzo a pedali, e ancor di più dando uno sguardo
al muro dove è appesa la lista dei “forti” della Bassano-Montegrappa
…ma buttiamoci sul panino per fare colazione! Qualche morso selvaggio e Franco ed io
incrociamo gli sguardi e ci leggiamo il pensiero a vicenda. E’ incentrato sulla stessa cosa:
il tavolo, il caldo, i vestiti asciutti, il panino, la pace …ma manca qualcosa!!!
Allora senza parlare mi alzo, vado al banco e torno vittorioso con un bel mezzo di rosso.
Cartolina da incorniciare!!!
E’ presto ed azzardiamo il ritorno per il 152 nel versante che porta a Valle S.Liberale.
A metà strada pero’ ci raggiunge il postino che consegna la cartolina rossa al Franco.
La patria casa infatti chiama al rapporto il capofamiglia.
Non trovando nessun elicottero disponibile per un rapido rientro ci assale l’angoscia:
non ce la faremo mai in tempo per il sentiero iniziato!
Come si fa allora ad evitare una settimana di polveriera astinenziale???
Ascolta Franco! “torna alla calma e dai un’occhiata alla cartina”
Dobbiamo tornare indietro fino all’inizio del 151, incrociare il 102, prenderlo e recuperare il
dislivello perso fino a trovare il 109 … sarà dura ma … si può tentare!
A tirare il duo è sempre il Franco. Con un ritmo scatenato attraversiamo boschi con sentieri
a tratti ristretti (qualche giorno fa un ragazzo ci ha lasciato la vita cadendo in quel percorso).
Ci inerpichiamo per pendenze inconsuete ma con ritmo insofferente che penso anche il Boby
avrebbe faticato, specialmente nel foltissimo manto erboso.
Atterriamo in men che non si dica nel 109 e da li al Santuario è “un tiro di schioppo”.
Saranno le 12.30 e senza neanche lavarci ripartiamo in macchina. …anzi no, ho intravisto il
Franco cercare una veloce benedizione da un frate di passaggio che seppur obiettore di coscienza
capisce il timore del giovane peccatore, e non potendo rassicurarlo si limita ad augurargli un
timido “in bocca al lupo!”
Ma sulla via di Damasco ci assale un altro dubbio: un amico di Semonzo ci attende!
C’è infatti l’inaugurazione di un nuovo consorzio dove altri amici ci offrono dolci e vinello: un
concime irrifiutabile per le nostre radici stanche!!!
Quasi a forza (quasi) costringo il collega a fermarsi inculcandogli che oramai aveva sforato
e che qualche minuto in più non avrebbe peggiorato la situazione; anzi, avrebbe in più deluso il
nostro gentile amico.
Questione di secondi, abbeveraggio a canna e via si riparte.
Arriviamo, oramai in super ritardo, nei pressi dell’abitazione di Franco.
Lo mando avanti e lo lascio srotolare il solito repertorio di scuse.
Al mio ingresso tutto è tranquillo: …le ginocchia dei pantaloni di Franco
sono dello stesso colore delle mattonelle del pavimento ma …sarà un caso!?
Lascio così la famigliola riunita con il Franco rifocillato e coccolato per bene
dalla sua mogliettina e che si permette anche di strizzarmi l’occhiolino… cosa
avrà inteso farmi capire? …forse che è facile fare il marito quando si sa raccontarle???
Ovviamente riferimenti a fatti e persone sono da ritenersi puramente casuali
E saluto la bellissima Anna che ci segue sul Forum e che non mi presenta mai le
sue colleghe. Anche lei è una montanara DOC e potrebbe iscriversi al nostro Paolo network
raccontando qualche reale avventura famigliare.
Ciao a tutti
La cartolina rossa
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Re: La cartolina rossa
grandissimo racconto poetico.............................e bravo 220
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Re: La cartolina rossa
hai ragione micio. dovresti proprio darti da fare in questa direzione.. .moreno,
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Re: La cartolina rossa
sempre piacevole leggere le avventure di Moreno
sulla fidanzata concordo col gatto
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Re: La cartolina rossa
magari pure bruttina ma ti prego trovala